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Bio: ufficialmente, ADC è una delle tante invisibili e silenziose figure che popolano il vario mondo delle CEO's PA.
Di solito quando non lavora (ma anche - ogni tanto - quando lavora: il suo capo è uno comprensivo) legge.
Siccome ha studiato il greco antico per dieci anni, non disdegna qualche capatina nella filologia classica, se l'occasione lo richiede.

mercoledì 11 dicembre 2013

"Wool", di Hugh Howey

Più riguardo a Wool Il guilty pleasure della fiction distopica rapisce sempre, non ci sono scuse. 
Poi, che questo particolare tipo di science-fiction abbia a sua disposizione oggigiorno un ventaglio di possibilità narrative praticamente infinito e multiforme per quantità e qualità - virando verso il mondo letterario sottile e stratificato dello steampunk o declinandosi, come in questo caso, attraverso la più classica spettacolarizzazione dell'inquadratura cinematografica di matrice post-apocalittica, questo è altro discorso.

"Wool" è interessante per almeno due motivi: l'ambientazione fortemente claustrofobica e il tema ecologico ad essa sotteso.
A seguito di una catastrofe di dimensioni planetarie naturalmente (ancora) non ben identificata - alcuni indizi rivelano comunque una responsabilità quasi certamente umana - e a causa dell'inabitabilità del suolo terrestre corroso da terribili sostanze tossiche rilasciate nell'aria, da centinaia di anni i sopravvissuti sono costretti a vivere prigionieri di immense città sotterranee contenute in giganteschi silo. Il senso di pesante e continua claustrofobia - che deriva  da un world-building francamente ben congegnato - non è così scontato e offre un'alternativa interessante alle consuete (e forse ormai un po' abusate) ambientazioni della distopia classica, tra scenari cittadini di grattacieli diroccati e lande deserte spazzate dai venti tossici dell'inverno nucleare. 
L'autore dipinge così un'enclave sufficiente a se stessa, per il cui sostentamento è necessaria la costante attenzione, da parte di tutta la comunità stessa, nessun escluso, all'utilizzo consapevole delle risorse energetiche a disposizione: acqua, combustibili, cibo, energia elettrica. Un mondo in cui il concetto di "nuovo", quasi inesistente, è soppiantato da quello di "riciclo" e sopratutto di "riparazione" (questione, questa del riparare, tanto cara ai nostri nonni... un po' meno  a noi). Un mondo in cui ogni individuo è responsabile - più o meno attivamente a seconda delle singole capacità tecniche - del benessere della comunità: dal bambino piccolo a cui si insegna a riutilizzare, in un continuo sforzo di re-invenzione, tutti gli oggetti del quotidiano al meccanico esperto in grado di servirsi di ogni materiale e attrezzo disponibile - e di ogni conoscenza acquisita con gli anni - per costruire macchinari utili al sostentamento e riparare quelli già esistenti, ideati e assemblati da altri venuti prima di lui.

"Wool" vince col passaparola del self-publishing di Amazon: l'autore, autopubblicatosi direttamente sul sito nel 2011 con una narrazione breve e unica, ben presto acquista popolarità e viene esortato dal pubblico ad ampliare il plot, fino ad arrivare a concepire una serie composta da ben nove uscite, in cui non mancano neppure gli spin-off. L'opera è aiutata da una trama varia e ben organizzata e da un ritmo narrativo, come già detto, fortemente cinematografico (non a caso i diritti sono stati acquisiti da una major americana): se piace il genere, l'unica perplessità sta forse proprio nella serialità, che pare ormai d'obbligo in questi casi. Sono previste infatti altre due uscite ("Shift" e "Dust") e il dubbio è che si incorra ancora una volta nelle difficoltà più classiche proposte da trilogie simili: varietà eccessiva di personaggi e  di situazioni difficoltose da seguire anche a causa dei fisiologici tempi di attesa tra un volume e l'altro, per non parlare dei naturali "cali" di stile. Forse "Wool", trasformandosi da stand-alone short story a "Silo trilogy" ha perso l'occasione di distinguersi nel mare magno delle narrazioni del suo genere da cui, con un colpo di reni ben assestato, era riuscita ad emergere - e con salto doppio, contando anche gli esordi in autopubblicazione. 

Buona lettura :)

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