Il testo affascina: per impianto
narrativo, trama, linguaggio.
Cronin ama immergere il lettore in una
orchestrata trama di piani temporali sovrapposti che intreccia e
organizza con abilità, guidandolo sapientemente tra rimandi di
luoghi, tempi e protagonisti le cui correlazioni tra loro sono o rese
subito evidenti o – molto spesso – lasciate in sospeso, affidate
all'abilità del fruitore del testo che Cronin rende quindi parte
attiva all'interno del processo narrativo.
La tecnica del flashback (e del
flashforward) offre la possibilità, sia all'autore, sia al lettore,
di gestire lo sviluppo dei personaggi e i conseguenti collegamenti,
mentre l'espediente narrativo della narrazione esterna, utilizzata a
tratti, attraverso l'inserimento di stralci di finta documentazione
ufficiale risalente ad un periodo successivo a quello in cui si
sviluppa la narrazione e di piccoli spoiler relativi ai
personaggi principali, aiuta il lettore nella gestione della trama
distopica creando coinvolgente aspettativa e suspance.
La narrazione trova un suo valido
equilibro tra scene di azione ben congegnate e parti descrittive.
Queste ultime dimostrano l'inconsueta abilità di uno scrittore
evidentemente a proprio agio all'interno di quella sub-parte della
narrativa fantascientifica più specificamente apocalittico-distopica
che necessita, per mantenere credibilità e struttura, di una parte
narrativa forte e particolareggiata, ma equilibrata e strategicamente
ben sviluppata: in questo, Cronin ha imparato la lezione, studiando
non solo Matheson e McCarthy ma anche il più datato Ballard, creando
un mondo distopico dalle caratteristiche concrete e reali, mai
eccessive, ridondanti o inutili per l'economia della trama, e per
questo coinvolgenti e appaganti per il lettore che non se ne sente
infastidito.
I personaggi sono tutti, protagonisti e
comprimari, ben delineati e traspare evidente l'attenzione, per non
dire il fascino, dell'autore nei confronti della parte negativa
rappresentata dai dodici individui, le creature frutto
dell'esperimento militare drammaticamente fallito le cui conseguenze
devastanti Cronin ha immaginato, e raccontato, nel primo volume.
Fascino che non si limita ad un superficiale apprezzamento
“cinematografico” ma lo travalica nel nome di un'intima
com-passione verso il genere umano e le sue debolezze.
Nota di merito alla traduzione di GL
Staffilano: si apprezza perché, mai anonima, rende appieno la
dinamicità della narrazione senza perdere in compostezza e varietà,
in un crescendo di aggettivazione sempre attenta e puntuale, e
fluidità nell'organizzazione e nel mantenimento della struttura
sintattica originale.
Nota a margine: il perché dell'etichetta #booksformums,
nonostante la mole: perché in #ereader funziona. La lettura
scivolerà e grazie alle numerose suddivisioni tra capitoli e
paragrafi si adatterà agilmente a tempi ristretti. Provare per
credere.
Buona lettura :)
Buona lettura :)
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