Giocando un po' con gli hashtag di
Twitter, qui ad ADC recentemente se n'era inventato uno curioso:
#certilibrivannolettidicarta. Un gioco innocente, ma forse non tanto,
per verificare, ancora una volta e sempre in maniera empirica,
l'evoluzione del concetto stesso di lettura che ormai non può più
prescindere dalla scelta del device “di competenza”.
Tra le tante opere adatte a prestarsi
all'esperimento noi di ADC avevamo individuato anche quelle di
@MiraggiEdizioni, che ci erano capitate sottomano qualche settimana fa. Perché presto
spiegato, ma dobbiamo partire da lontano.
A Milano, dal 18 al 22 Febbraio si è
svolta la Social Media Week (#SMWmilan @SMWMLN, declinazione milanese della kermesse internazionale omonima.
Tra i vari panel che abbiamo seguito
con interesse (in streaming) c'era anche questo: “Social Reading:
leggere, condividere e scoprire grandi libri” - in didascalia:
"Social Reading è tutto ciò che
riguarda l’esperienza della lettura attraverso e-book ed e-reader:
dalle annotazioni ai segnalibri, dalle recensioni alle votazioni.
Ogni azione contemporanea alla lettura può essere social e
condivisibile".
Si è trattato di un un confronto
serrato e brillante tra @henrikberggren, il creatore della
piattaforma #Readmill (@readmill) e
@marcoghezzi di @Bookrep. Una delle affremazioni che più hanno
colpito gli spettatori in sala e il pubblico a casa (a giudicare da
Twitter) è stata questa:
"Nn siamo più interessati né al titolo né alla copertina, ma a ciò che sta "in between" @henrikberggren #socialreading #SMWmilan
— Appunti di carta (@appuntidicarta) 19 febbraio 2013
seguita a breve lunghezza da questa:
— Appunti di carta (@appuntidicarta) 19 febbraio 2013
Sicché da una parte è chiaro e
lampante il concetto espresso da Henrik Berggren per il quale, in
sostanza, la tendenza generale è quella di una fruizione dell'atto
“del leggere” sempre più concentrata - dato l'interesse primario
del lettore che dovrebbe vertere sempre più su quell' “in between”
che sta tra la prima e la quarta di copertina - anche
sull'utilizzo del device, che nella fattispecie dovrebbe diventare
unico (in questo caso, smartphone o tablet) e soprattutto
PLURIfunzionale.
Dall'altra, abbiamo la nostra
esperienza quotidiana che ci bisbiglia all'orecchio, ancora una
volta, il valore dell' “oggetto libro”, che indiscutibilmente, se
ben costruito e ben trattato, continua ...a vender cara la pelle.
E così, eccoci di ritorno a @MiraggiEdizioni, con un titolo che ben esemplifica il nocciolo della questione.
Come al solito, lasciamo a voi le riflessioni del caso.
Qui parliamo più diffusamente dell'opera citata.
Buona lettura :)
PS & NB: questo post pare ad ADC
una buona occasione per rimandarvi alla nostra “Nota a margine”
sul blog – sempre utile da tenere a mente per capire l'approccio di
lavoro che si è scelto per www.appuntidicarta.it

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