Chi siamo (e come funziona)

Guardate, spulciate, leggete a piacere: qui si scrive per voi. Di libri.
Di cosa avete bisogno? Un thriller da leggere sotto l'ombrellone? Una commedia di raffinato humour per il fine settimana in campagna? La lettura di quel certo testo che vi incuriosisce tanto (ma che ancora non avete osato acquistare) deve essere di necessità attenta e scrupolosa oppure può adattarsi anche alle cinque fermate di metrò, il tragitto che tutti i giorni percorrete per andare al lavoro?
Qui, di opere, ne troverete alcune. Lette e poi schedate per "modalità di lettura" (veloce, lenta, frazionata, continua...); utilizzando le etichette cercate quella che più vi piace, quella che più sentite vostra, quella che più si adatta alle vostre esigenze del momento.
Perché, non temete, c'è sempre un libro giusto al momento giusto. Conclusa l'opera, tornate qui: per ogni libro consigliato viene pubblicata una banale guida alla lettura, senza pretese. Si tratta solo di alcune note che si spera possano esservi di aiuto per approfondire, magari solo in parte, le scelte stilistiche dell'autore, i legami sottesi alla trama, la psicologia dei personaggi.
Quindi... Buona lettura! E se avete domande, complimenti, stroncature terribili ... scrivete! info@appuntidicarta.it ADC risponderà a tutti! (O almeno, farà del suo meglio). Trovate ADC anche su Twitter.

Bio: ufficialmente, ADC è una delle tante invisibili e silenziose figure che popolano il vario mondo delle CEO's PA.
Di solito quando non lavora (ma anche - ogni tanto - quando lavora: il suo capo è uno comprensivo) legge.
Siccome ha studiato il greco antico per dieci anni, non disdegna qualche capatina nella filologia classica, se l'occasione lo richiede.

giovedì 3 giugno 2010

"Tiratori scelti", di Emmanuele Bianco

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Del perché per un libricino di 255 pagine ci abbiamo messo tanto (a parte la pioggia, che non consente la fruizione on the road mentre si aspetta il tram). Ora, occorre dire, in primis, che l’abbiamo proprio sbagliata, la lettura. Abbiamo spezzato i capitoli in tante microletture che non ci hanno consentito di apprezzare né la forma, né le macroaree di contenuto.
Quindi, come reminder, attenzione all’approccio.

Ci abbiamo messo un po’ perché si vede e si sente di aver tra le mani una novità Holden (non per nulla pubblicata da Fandango), e occorre studiarsela a fondo.
(A parte che ad annusarlo, questo libretto, ci siamo ritrovati a pensare con un po’ di nostalgia alle sale col parquet che scricchiola, alle riviste sparse sul bancone della reception, a quell’odore di carta vecchia e nuova, di cappotti di lana e di pioggia d’autunno... ma vabè, ricordi di gioventù).

Insomma, ci sta lo stream of consciousness, queste pagine e pagine di puro pensiero con sprazzi di luce affidati a microscopici haiku. Perle di saggezza di popolo, deliri alla cocaina, visioni metafisiche date dall’alcool e dalla marijuana, riflessioni postmoderne del pensiero alla deriva durante una rissa di strada.

Perché – e qui ce n’è un altro, di perché – se non si conoscono, quelle realtà parallele di mondi nascosti, non è che te lo leggi fino in fondo e lo apprezzi pure, questo libretto. Se mentre leggi non riesci ad immaginarti le sedie di plastica bianca del bar, sparse sul marciapiede ad intralciare il cammino, il rumore che fanno quando le sposti e le gambette malferme grattano sull’asfalto grigio e ricoperto di cicche marmorizzate, allora non sai di cosa si stia parlando. Se non riesci a visualizzare la confusione di parabole sui balconi, le serrande sgangherate delle finestre, la biancheria firmata stesa ad asciugare, allora, di narrazione, te ne sei persa una gran parte.

E soprattutto, te la perdi se non senti il profumo di questi ragazzi. Le loro Acque di Giò mischiate al fumo delle sigarette e dello spinello, le camicie di marca, stirate alla perfezione, la brillantina sui capelli. Il modo che hanno, di andare in motorino, a 13 anni come se ci fossero nati.
I giubbotti di jeans imbottito e quelli di pelle, dei fratelli maggiori, appesi nell’anticamera buia, sopra al tavolino dei ninnoli in finto Swarovsky.
E quel guardare strano, di lato, come se, con una parte infinitesimale di se stessi, non fossero lì con te, e non potessero esserci mai; sempre vigili, sempre attenti a ciò che passa per la strada, sempre all’erta.

Come dire, per una scelta consapevole: o Bianco, o Moccia. A voi i raffronti.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve, qualcuno di ADC potrebbe gentilmente contattarmi?

Mauro Maraschi

mauromarcellomaraschi@googlemail.com

Appunti di carta ha detto...

Fatto! Speriamo di averLe fornito le informazioni di cui necessitava. A presto Mauro, torni a trovarci!

Grazie per la visita.
ADC Team